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sabato 24 aprile 2010

l'importanza di una vasca di appoggio

Ciao a tutti!! dopo un periodo di "latitanza" dal blog per problemini vari....rieccomi qua!!
Oggi vorrei parlare dell'utilità di avere, spazio e mogli permettendo, una seconda vasca diciamo di "emergenza".
Per chi alleva pesci tropicali in generale, ma sopratutto per noi che ospitiamo ciclidi, è molto utile avere a disposizione una vaschetta dove poter ospitare una nidiata di avannotti oppure una mamma che incuba piuttosto che un esemplare non proprio in perfette condizioni di salute.

Per quello che riguarda avannotti appena rilasciati direi che può andar bene anche una vaschetta di quelle in plastica di circa una ventina di litri dotata di un piccolo filtro interno.  Come unica precauzione, nonstante la moderata potenza di questi filtri, consiglio di schermare le griglie di aspirazione con una calza o con lana di perlon al fine di scongiurare l'aspirazione di qualche piccolo.

Ma gli avannotti si sa crescono, quindi occorre disporre di una vasca più grande che all'occorrenza potrà essere utilizzata anche per altri scopi (quarantena, trasferimento da altri acquari, ecc), quindi io consiglio in media un vasca di 80/100 (stiamo parlando comunque di pesci che necessitano di un loro spazio) attrezzata con un filtro adeguato al litraggio ( in questo caso i pesci sono ormai cresciutelli e non rischiano di essere risucchiati).
Per quello che riguarda l'arredamento non è strettamente necessario ma in caso di vasca di accrescimento, è bene arredare un minimo la vasca con sabbia e rocce in modo da far sentire i nostri piccoli a loro agio e, perchè no, rendere più gradevole la vasca nel suo insieme.
Unica considerazione, visto che la permanenza in queste vasche è comunque temporanea, consiglio di utilizzare pezzi d'arredo che possano essere facilmente rimossi al fine di poter pescare agevolmente i nostri beniamini.

Per quello che riguarda la parte tecnica oltre al filtro di cui abbiamo parlato è necessario un riscaldatore, eventualmente un aeratore in caso di profilassi che ne necessitino l'uso e di un impianto di illuminazione.
In vasche molto piccole (diciamo per piccoli avannotti) ho ottenuto ottimi risultati posizionando la vaschetta in modo che venisse colpita dai raggi del sole in modo da ottenere una buona crescita di alghe verdi molto gradite dai nostri piccoli 'mbuna.

Piccola considerazione...in caso di vaschette allestite al volo per ospitare avannotti o adulti che necessitano un trasferimento tempestivo al fine di ottenere un acqua subito "pronta" consigli di utilizzare quella proveniente dalla nostra vasca principale prelevando anche una piccola parte di materiale filtrante "maturo" sempre proveniente dalla nostra vasca.
Ultimo appunto, tralasciando vaschette da 15/20 litri che possono essere posizionate un pò dappertutto, in caso di acquari veri e propri dai 50 lt in su è bene utilizzare supporti solidi o acquistarne o costruirsene uno appositamente creato al fine di evitare spiacevoli sorprese, infatti anche una vaschetta da 60/80 cm una volta riempita con acqua e sabbia raggiunge sempre il suo bel peso che viste le piccole dimensioni magari viene sottovalutato...spero di essere stato utile, ciao alla prossima!!

domenica 11 aprile 2010

potenziale redox e conduttività

Il potenziale redox non è altro che la capacità delle molecole d'acqua di assorbire ioni delle sostanze in essa disciolte.
Lo ione è un atomo o una molecola carico elettricamente ossia è un atomo, o una molecola che ha perso o guadagnato uno o più elettroni rispetto alla configurazione neutra.
La conduttività elettrica dipende dagli ioni presenti in una soluzione, quindi, in poche parole, quello che vai a misurare è la conduttività elettrica dell'acqua.
La conduttività elettrica ,come abbiamo detto, varia al variare della presenza di ioni, quindi un elevato valore della conduttività elettrica (oltre i 400 mV) sta ad indicare che oltre alle sostanze disciolte in acqua che ne determinano la durezza sono presenti altri ioni inquinanti quindi è consigliabile un cambio parziale di acqua...

Il concetto insomma è molto semplice, la misurazione del potenziale di ossidoriduzione dell'acqua della vasca è una misura indiretta della quantità di sostanza disciolte. Elevati valori del potenziale stanno ad indicare che l'acqua è molto ionizzata quindi è probabile che vi siano sostanze inquinanti dannose per la salute dei pesci...



E’ possibile misurare il potenziale redox dell’acqua di un acquario, cioè il voltaggio esistente fra un elettrodo e un elettrolita contenuto nello strumento di misura, e quindi fra lo strumento di misurazione stesso e l’acqua dell’acquario. Esistono in commercio strumenti elettronici specifici, muniti di due sonde, che consentono non solo la misurazione del potenziale redox ma anche del pH, contemporaneamente.

Gli strumenti di misurazione possono tuttavia necessitare di un lungo periodo di tempo per fornire risultati affidabili ed esatti,per cui valori affidabili sono ottenibili solo mediante misurazioni effettuate in modo continuo per diversi giorni. Il valore del potenziale redox può comunque essere considerato come indicativo dello stato di salute dell’acquario ed é influenzato dai processi batterici , dalla presenza di reazioni fra metalli, dal pH e (nel marino) dall’ eventuale somministrazione di ozono, ma soprattutto dalla concentrazione di ossigeno: una concentrazione ottimale di quest’ultimo è elemento fondamentale per l’ottenimento di un ugualmente ottimale potenziale redox.

Proprio per le numerose variabili da prendere in considerazione, non è quindi possibile dare un certo valore ottimale, tuttavia un acquario in buone condizioni i parametri della tensione redox oscillano fra 300 e 400 mV.

La conduttività dell’acqua è la sua capacità di trasmettere l’elettricità: poiché tale capacità è direttamente proporzionale alla quantità di ioni presenti nell’acqua, essa assume in acquariofilia una notevole importanza, poiché è una misura indiretta della quantità di sostanze discioltevi. Ovviamente tali sostanze sono sia quelle che determinano la durezza dell’acqua sia quelle inquinanti che si accumulano col passare del tempo, ragion per cui valori elevati di conduttività evidenziati dopo un certo periodo e a partire da valori ottimali indicano perlopiù la necessità di un buon cambio parziale dell’acqua. Anche la misurazione della conduttività avviene grazie a particolari strumenti elettronici provvisti di sonde, anche in questo caso in genere tarati su una temperatura standard (in genere 25° C: si ricorda che la temperatura è il fattore che maggiormente influenza la conduttività, in modo direttamente proporzionale). Valori medi di conduttività possono essere considerati quelli compresi fra 300 e 600 mS (microsiemens).

venerdì 9 aprile 2010

pressione osmotica

Quando due soluzioni con lo stesso solvente ma a concentrazioni diverse sono separate da una membrana semipermeabile, le molecole di solvente si spostano dalla soluzione meno concentrata alla soluzione più concentrata in modo da uguagliare la concentrazione delle due soluzioni. La pressione che occorre applicare alla soluzione affinché il passaggio del solvente non avvenga è detta appunto "pressione osmotica". Questo fenomeno fisico apparentemente estraneo all’acquariologia ci permette di capire l’importanza dei parametri chimici a cui invece l’acquariofilo da una estrema importanza, tenendo presente che nel nostro caso le due soluzioni sono; “l’acqua” in cui il pesce vive e l’acqua contenuta sotto diverse forme nelle sue cellule; mentre la membrana è proprio la membrana semipermeabile di cui le cellule sono rivestite. Continuamente leggiamo che alcune famiglie di pesci o piante hanno bisogno di acqua molto tenera con conducibilità bassa; oppure ci chiediamo come dei pesci vivano in acqua quasi “distillata” mentre altri in acqua con conducibilità elevatissima come quella marina. La spiegazione sta proprio nella pressione osmotica. La gran parte dei pesci marini combatte la sua bassa pressione osmotica , rispetto a quella del suo habitat naturale, ingerendo continuamente acqua marina che serve per reintegrare le molecole di acqua che vengono continuamente eliminate dalle membrane cellulari. Nel caso dei pesci di acqua dolce assistiamo al fenomeno inverso, la concentrazione salina all’interno delle loro cellule è superiore rispetto alla concentrazione salina dell’acqua circostante: quindi le membrane delle cellule dei pesci d’acqua dolce sono continuamente sottoposte alla pressione osmotica di molecole di acqua che tendono ad abbassare la concentrazione salina all’interno delle cellule. Quindi il metabolismo di un pesce d’acqua dolce funziona in modo da eliminare una grande quantità di acqua attraverso l’urina povera di sali ed inoltre uno spesso muco sulla pelle riduce la possibilità dell’acqua di entrare nelle cellule. Questi processi metabolici sviluppatisi in centinaia di anni non possono certo scomparire anche dopo molte generazioni riprodotte in cattività lontano dai biotopi naturali, ed anche se a volte un pesce adulto riesce ad adattarsi in qualche maniera a condizioni chimiche diverse da quelle del suo biotopo, durante la riproduzione le uova necessitano sempre di una pressione osmotica corrispondente all’habitat di origine. L’acquariofilo non può certo fare una misura diretta della pressione osmotica, ma essendo essa condizionata dalla presenza delle sostanze disciolte nell’acqua, dal ph e dalla temperatura basterà impostare questi parametri in riferimento a quelli del biotopo da riprodurre per ottenere la giusta pressione osmotica. Quindi, prescindendo dai parametri che indicano il livello di inquinamento dell’acqua, sia esso legato alla decomposizione di sostanze organiche sia esso legato alla presenza di sostanze disciolte nell’acqua utilizzata in acquario , il concetto di pressione osmotica ci aiuta a capire l’importanza dei valori di conducibilità ph e temperatura all’interno delle vasche. In relazione a questo possiamo capire come, a volte, un pesce inserito all’interno di un habitat diverso dal suo biotopo faccia un continuo sforzo di adattamento per riuscire a “sopravvivere".

Sali minerali utili alla pressione osmotica

Sodio: Regola la pressione osmotica, il pH e la distribuzione dei liquidi nell'organismo (fuori delle cellule) e la permeabilità delle membrane. Importante nella contrazione muscolare e nella trasmissione dell'impulso nervoso.
 
Potassio: Regola il contenuto di acqua delle cellule e la pressione osmotica. In equilibrio con il calcio e il magnesio, contribuisce alla regolarità delle principali funzioni cellulari, la ritenzione di liquidi, il pH (dentro le cellule) e l'eccitabilità neuromuscolare.

Cloro: Funzioni strettamente legate a quelle del sodio (regola la pressione osmotica, il pH e la distribuzione dei liquidi).

Calcio: Regola la permeabilità cellulare e l'attività di numerosi enzimi.

sabato 3 aprile 2010

introduciamo nuovi ospiti in vasca

ciao a tutti!! oggi vorrei parlare dei problemi a cui siamo destinati ogni volta che decidiamo di inserire un nuovo ospite nella nostra vasca mbuna.
Introdurre nuovi esemplari in una vasca già avviata è un operazione delicata e rischiosa. Infatti in una vasca già avviata i territori sono già distribuiti e divisi tra i vari esemplari dominanti e quindi l'introduzione di nuovi esemplari si creeranno lotte che vedranno i nuovi arrivati contendere spazio ai vecchi inquilini che ovviamente non sono disposti a cederlo.
Questa operazione sarà, dunque, con grande probabilità, un insuccesso a meno che non andremo ad introdurre una specie molto diversa da quelle già presenti in vasca, che quindi non rappresenta un minaccia; un Labidochromis, per carattere  poco incline a rovesciare le gerarchie, sarà poco molestato da degli pseudotropheus già presenti in vasca sopratutto se questa sara di 300 o più litri.
L'introduzione di specie più aggressive è sempre un impresa molto rischiosa  perche in genere gli esemplari già presenti in vasca sono più combattivi rispetto algi "intrusi" arrivando a scontri molto cruenti facilmente terminanti con la morte dei nuovi ospiti.
E' in questi casi che la perizia dell'acquariofilo interviene ed un ciclidofilo esperto  deve conoscere le razioni dei propri pesci, studiare gli abbinamenti più giusti e saper intervenire in situazioni di "emergenza".
Una buona soluzione è quella di rifare completamente  l'arredamento della vasca in modo che ogni inquilino, ritrovandosi in un ambiente totlalmente diverso da prima, dovrà darsi da fare per costruirsi un nuovo territorio ed i nuovi arrivati  rimarranno perfettamente integrati.
Ovviamente la presenza di arredi fissi rendono questa pratica più difficoltosa soprattutto considerando che gli mbuna sono molto prolifici e che queste operazioni si renderanno necessarie molto sovente.
Un altra soluzione consiste nell'introdurre dei sogetti giovani che non saranno considerati concorrenti e che a parte qualche inevitabile scaramuccia iniziale riescono ad integrarsi con il gruppo.

Come possiamo vedere anche in questo casoè sempre bene documentarsi bene su quello che stiamo facendo e sulle specie che stiamo allevando perchè ancor una volta bisogna rendersi conto delle proprie azioni!!! Ciao a presto